

Vini italiani
L’Italia nell’immaginario comune è un luogo magico in cui il palato trova il suo eden. Un paese ricco di storia e di cultura, un sapere che non si ferma solo ai monumenti e alle chiese di ogni età e epoca, ma si espande anche alla tavola, alla buona cucina e all’ottimo vino.
Difficile pensare a una vacanza Made in Italy senza pensare di bere un buon calice di vino, che sia bianco o rosso non fa differenza, o per lo meno, la fa solo nella misura in cui non si riesce a scegliere un buon abbinamento.
Lasciando da parte la legenda metropolitana che sembra voglia il vino rosso con la carne e il bianco con il pesce, molte sono le qualità di uva che vanno a creare i migliori vini italiani. Perchè la produzione vinicola del Bel Paese è sulla cresta dell’onda da anni ormai e non mancano paese che ogni mese procedono ad importazione di questo prodotto per loro molto pregiato, parliamo di Stati Uniti, Inghilterra,Germania, Giappone e Canada. Per non parlare poi dei nuovi mercati che si sono sono aperte in Australia, Corea e Polonia. Ma quali sono i vini italiani noti? E soprattutto perchè la produzione italiana è tanto amata? Scopriamolo insieme.
Vini italiani: simbolo di un rapporto profondo
Sembra che i vini italiani sono apprezzati in tutto il mondo perchè simbolo del legame tra la popolazione e la terra su cui producono quello che è un vero e proprio patrimonio nazionale. Il consumatore non sceglie la propria bottiglia in maniera casuale ma seguendo le sensazioni che una etichetta è in grado di rimandare. No, non si tratta di puro romanticismo, ma della realtà. Sembra che ogni persona che si appresta ad acquistare dei vini italiani si soffermi sull’identità del brad, ricercandone:
- sincerità;
- continuità;
- integrità;
- simbolismo.
Non ci si accontenta, ma si va alla ricerca di aziende che sappiano raccontarsi, che sia in grado di valorizzare il proprio territorio dando un certo peso morale al proprio marchio.
Lo sapevi che negli ultimi anni le cantine più rinomate hanno iniziato ad applicare le neuroscienze alla loro produzione, sopratutto per quel che riguarda la parte pubblicitaria e del packaging. Ci si affida alla scienza per capire cosa porta un consumatore a scegliere una bottiglia piuttosto che un’altra. Studi hanno evidenziato come i consumatori mettendo a confronto 2 brand differenti siano stati disposti a spendere anche 3 volte di più pur di avere la bottiglia in grado di marcare la propria identità aziendale.
Perchè in fondo quando si parla dei vini italiani noti non si bada a spese.
Le caratteristiche di un’azienda vincente
Le esportazioni dei vini italiani nell’ultimo decenni sono aumentate e questa impennata non è legata tanto alla quantità quanto alla qualità. Andando ad analizzare i dati numerici si può notare un impennata delle vendite in termine di valore, e non per quel che riguarda i volumi realmente esportati.
Il consumatore finale cerca l’acquisto di etichette che siano legate alle identità aziendali. Tutte quelle cantine che sono in grado, in una sola bottiglia di esprimere la bellezza, il suo essere unica e il legame con il territorio dell’azienda agricola italiana.
Quindi una cantina che si vuole affermare, non solo nel proprio territorio ma anche all’esterno devono avere una brand Identity. Sembra che la gestione familiare abbia ad esempio un fascino maggiore se confrontato a quello della gestione delle aziende più grandi, inoltre occorre essere in grado di capire cosa vuole il consumatore e solo in questa maniera si è in grado di spingerlo a pagare un prezzo molto più alto.
I 7 elementi di un’azienda di successo
Ma quindi un’azienda per assicurarsi successo sia in Italia che all’estero quali elementi dovrebbe avere come sui pilastri?
- storytelling: un racconto della propria storia molto legato alle emozioni. Insomma l’azienda deve essere la propria casa e il cliente deve essere in grado di apprezzarla ed entrarne a far parte in una qualche misura;
- dare l’idea che ci sia na produzione quasi artigianale del vino: Il romanticismo vince sempre e se fai credere al cliente che ancora si produce vino come nei tempi ormai passati, si avrà più possibilità di farsi apprezzare;
- restare legati alla tradizione senza disdegnare l’innovazione;
- usare la propria faccia per sponsorizzare i prodotti: nel campo del vino l’associazione a nomi altisonanti poco serve;
- conoscere il proprio mercato: ok mostrare la storia della propria azienda e non disdegnare le proprie origini, ma questo non vuol dire chiudersi in una campana di vetro. È molto utile viaggiare e conoscere il mercato;
- sponsorizzare non solo il proprio brand ma anche l’intero mercato mercato vinicolo italiano;
- fidelizzare il proprio cliente.
Per poter sfruttare questi pilastri al meglio occorre che l’azienda si ponga obiettivi di medio-lungo termine, non si può certo agire a testoni, senza sapere che strada prenderà l’azienda da qui a un tot di anni. Non sono sufficienti pochi mesi, basta considerare che le aziende in grado di ottenere il maggior successo, sono quelle che hanno alle loro spalle più di 50 anni di gestione.
Ma adesso basta parlare del successo delle aziende che producono vini italiani, è il momento di scoprire quali sono i migliori vini italiani.
Vini italiani: denominazione DOC e DOCG
L’Italia pullula di ottime etichette ma ce ne sono alcune che si possono definire pregiate. Non mancano infatti vini italiani noti che sono considerati pregiati, anzi proprio la loro denominazione li rende tali. Stiamo parlando dei migliori vini italiani che sono stati in grado di ottenere la denominazione DOC e DOCG come ad esempio il Vino Nobile di Montepulciano ma anche il Sassicaia e il Tignanello Toscani. Il primo prende il nome dalle terre sassose in cui le uve del Sassicaia riuscivano a crescere grazie a un microclima favorevole. Sembra che l’escursione termica tra il giorno e la notte e i venti di libeccio e di maestrale siano una combo perfetta per queste uve. In questa zona null’altro cresceva se non i vigneti per la produzione di questo vino dall’aroma delicato.
Il Tignanello invece è un vino rosso con un sapore morbido e sestato, mentre il profumo si rivela quantomeno complesso. Un vino da abbinare sicuramente agli arrosti, ma anche alla parmigiana di melanzane.
Ma non mancano altri numerosi esempi di vini DOC e DOCG tutti vini italiani noti che eccellono per le loro caratteristiche organolettiche ma anche per la particolarità della cultura delle proprie uve. Cosa significano questi idiomi? Che i vini in questione sono coltivati, raccolti e lavorati in uno specifico territorio, in grado di garantirne la qualità.
Migliori vini italiani in base alla regione
È il momento di conoscere quali sono i migliori vini italiani. Procederemo per regione, dando maggiore spicco a Piemonte e Toscana per la loro storia viticola.
Il piemonte
Se ci si chiede quali siano i vini italiani noti con origini piemontesi, impossibile non citare:
- Barolo
- Barbaresco
entrambi vini rossi segnati con la denominazione DOCG. Cosa vuol dire che si tratta di un vino di Denominazione d’Origine Controllata garantita? Che tutte le operazioni di vinificazione, conservazione, affinamento e imbottigliamento devono essere effettuate solo ed esclusivamente nella zona in cui le uve sono prodotte.
Si tratta di 2 vini che si assomigliano per via di alcune caratteristiche comuni: in entrambi sono utilizzate uve Nebbiolo, hanno una gradazione alcolica di 12,5 gradi, sono prodotti nelle Langhe, nel territorio di Cuneo a un’altitudine di 550 metri.
Il Barbaresco viene prodotto solamentte nel perimetro di 4 comuni e così come il Barolo i suoi vitigni non possono essere esposti a nord.
Ma per qualcosa si distingueranno l’uno dall’altro no?
Sicuramente il periodo d’invecchiamento, 36 mesi per ottenere un buon Barbaresco, ben 60 per il Barolo. Il secondo deve poi restare in recipienti di legno per almeno 18 mesi, il Barbaresco la metà del tempo. Tutto questo va senza dubbio ad influire sul sapore, fruttato e robusto per il Barolo, più speziato il Barbaresco.
In entrambe i casi ti proponiamo abbinamenti con carene e formaggi, ma anche piatti a base di tartufo.
Toscana
Se si guarda alla Toscana senza dubbio i vini italiani noti sono il Brunello di Montalcino e il Chianti Classico. Sì, anche questa volta 2 rossi, forse complice anche la cucina saporita e particolare di questa regione.
Come ben immaginerai il Brunello è prodotto in maniera esclusiva nel comune di Montalcino un paesino vicino Siena che ne è provincia. La zona di cultura dei vigneti è tra i fiumi Orcia, Asso e Ombrone, con un’altitudine che va dai 120 ai 650 metri.
Stiamo parlando di un altro vino con denominazione DOCG per la cui produzione vengono utilizzate solo uve Sangiovese. Il Brunello deve invecchiare almeno 5 anni di cui 2 in botti di rovere per poi affinarsi in bottiglia. Si presta molto bene ad abbinamenti con piatti a base di funghi o si selvaggina.
Il Chianti classico invece prende una zona di produzione molto più estesa:
- Arezzo;
- Firenze;
- Pisa;
- Pistoia;
- Prato;
- Siena.
L’altezza della cultura è sui 700 metri. Le uve sono per l’80% Sangiovese e il 20% altre uve sempre toscane. Si tratta di un vino giovane, immesso sul mercato ad appena un anno dalla vendemmia. È speciale in abbinamento con i formaggi.
Il resto d’Italia
ma come ben immaginerai la produzione dei vini italiani noti non si ferma a queste 2 regioni. Tra i migliori vini italiani conosciuti anche all’estero ti possiamo citare:
- l’Amarone della Valpolicella: prodotto a Verona nelle vicinanze del Lago di Garda. Il vitigno utilizzati in prevalenza sono il Corvinia. L’invecchiamento dell’Amarone va dai 10 ai 20 anni e la gradazione alcolica 14/17 gradi;
- il Cannonau: famoso vino con origini sarde, sembra che sia il vino più antico prodotto nel Mediterraneo. Questo vino si contraddistingue perchè ricavato da vitigno da bacca nera. Ma il Cannonau può essere trovato anche nella sua versione liquorosa oppure rosato. Ad un solo anno dalla vendemmia, anche lui è messo in commercio come succede per il Chianti. Le bottiglie che vengono fatte invecchiare per almeno 3 anni prendono la denominazione di Cannonau Riserva con una gradazione alcolica maggiore, circa 13,5 gradi;
- il Franciacorta: siamo arrivati a uno dei vini spumante italiani più rinomati non solo nel nostro territorio ma anche oltre confine. Viene prodotto nei comuni della provincia bresciana. Il metodo utilizzato per la produzione di questo vino è lo stesso utilizzato per il fratello Champagne sicuramente più rinomato, ma non per questo più buono. Si tratta del metodo classico per la rifermentazione che avviene in bottiglia con l’aggiunta di zuccheri e lieviti. La coltivazione dei vigneti che poi daranno vita al Franciacorta non può avvenire al di sopra dei 550 metri e le uve utilizzate sono quelle dello Chardonnay e Pinot. Questo vino deve invecchiare almeno 18 mesi, ma si parla di 30 per il millesimo e 60 mesi per il ricerca. la gradazione alcolica è piuttosto bassa come tutti i vini frizzanti e quindi 11,5%.
Questo nostro viaggio all’interno dei vini italiani noti sta quali per terminare, non prima però di aver risposto a una domanda che molti si pongono, qual è il vino italiano più venduto all’estero? Il Lambrusco. Sì, hai capito bene, snobbato dagli italiani, sembrano apprezzarlo molto di più i nostri paesi confinanti. Un vino storico, citato da molti uomini di pelle tra cui Virgilio, forse è ritenuto un vino quasi antico.
Le qualità di lambrusco più conosciute sono quelle prodotto nella provincia di Modena il quale si forgia del marchi DOC. Non mancano produzioni nella zona di Parma, Reggio Emilia, Mantova.
Il Lambrusco che nasce a Parma ha il marchi IGT e si compone almeno per l’85% della varietà lambrusco Maestri che prende il nome dal noto agricoltore Luigi Maestri che è stato in grado di selezionare le uve da Lambrusco che meglio si adattavano al territorio parmense.
I vitigni del lambrusco nascono in pianura e mal si adattano alle zone collinari. Un vino frizzante che si presenta con il suo colore rosso intenso e un sapore e un profumo che molto ricordano la frutta selvatica.
In genere viene abbinato a piatti a base di carne, anche se si tratta di un vino italiano in grado di accompagnare un intero pasto, a partire dagli antipasti a base di salumi e Parmigiano Reggiano. Pur essendo uno dei vini rossi italiani più premiati a livello internazionale, fino a non molto tempo fa e in alcuni casi, ancora oggi, il Lambrusco nelle osterie storiche veniva servito all’interno di scodelle e non di bicchieri.