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Guida ai vini del MoliseGuida alla Tintilia
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Guida alla Tintilia

Questo articolo funge da guida alla Tintilia, rinomato vino molisano. Dalla storia del vino Tintilia alle sue caratteristiche, zone di produzione ed ai possibili abbinamenti.


Guida alla Tintilia: la storia del vino

Ci troviamo intorno alla seconda metà del Settecento, ed in Molise viene introdotto quest’antico vitigno autoctono a bacca nera. Siamo precisamente in piena denominazione borbonica. Nel corso degli anni andò pian piano a scomparire quasi del tutto; mentre oggi ritrova una vera e propria importanza, oltre che ad esser ben collocato nel ricco panorama vitivinicolo italiano.

La sua storia, affascinante ed antica, risale al tempo del regno Borbonico; diversi studi e documentazioni da parte dell’Università degli Studi del Molise accertano che il vitigno originale risale circa alla metà del ‘700.

 

Ciò che questo vigneto ha trovato in Molise, sono sicuramente le ottime condizioni climatiche per poter diffondersi; proprio per questo nell’800 era l’uva più diffusa, soprattutto nell’entroterra molisano.

Nel tempo, la sua mancanza e quasi scomparsa, fu sicuramente caratterizzata dal fatto che iniziavano ad esser presenti sul territorio molisano, nuovi vitigni molto più produttivi. Per fortuna però, la Tintilia, nonostante la sua bassa produttività fu ripresa in considerazione; ed oggi, rappresenta per ogni azienda, la propria forza ed autenticità.

Una leggenda, però narra di una storia ben diversa, raccontandoci che la Tintilia per molti anni, fu considerata un biotipo del Bovole Grande sardo. Infatti, la Tintilia arriva in Molise dalla Spagna, e non dalla Sardegna, in estrema regione del regno delle due Sicilie, per amore.

Questa leggenda, sottolinea infatti che il primogenito del conte Carafa, discendente dai nobili Caracciolo, nel 1300 si innamorò della figlia di un luogotenente dei Borboni di origine spagnola.

Ci furono le nozze, e la tradizione voleva che la sposa portasse in dote il vino per il banchetto nuziale ed è così che tutti gli invitati si deliziarono di quel straordinario vino spagnolo; ricco e forte come l’amore, e dal colore rosso rubino.

La bella sposa, non passò tempo, che fu colpita da un grave male e così il Conte Carafa andò in disperazione; commisionando in Spagna alcune marze di quel vitigno, impiantando la prima vigna di Tintilia nell’agro di Ferrazzano tra i comuni di Mirabello e Gildone, alleviando così il suo forte dolore.

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Tutti, estremamente incuriositi di questa leggenda, approfondirono l’origine del nome Carafa. Gregorio fu il capostipite dei Conti Carafa, figlio di Giovanni Caracciolo, detto Carafa perché ricopriva la carica di concessionario della gabella sul vino detta “Campione Carafa”, una tassa sui consumi, la così detta Iva odierna.

Giusto ribadire, di questo racconto leggendario, anche perché ad oggi, la scienza ci fornisce una versione diversa della Tintilia.

Essa proviene dalla famiglia delle Tintorie Spagnole, poichè in uno scritto del 1811, Raffaele Pepe attesta del suo arrivo in Molise ad opera dei soldati borbonici. Negli anni ’60 venne sostituita da vitigni alloctoni quali Sangiovese, Cabernet, Merlot oltre a Montepulciano ed Aglianico; questi garantivano alte rese e quindi maggior marginalità.

Solo grazie alla lungimiranza di alcuni agronomi, tra cui Michele Tanno e Mario Stasi, la Tintilia reiniziò pian piano la sua valorizzazione sul palcoscenico nazionale e non.

Fu il Dipartimento di Agraria dell’Unimol di Campobasso, che ne sancì l’autoctonicità tra la fine degli anni 90 e gli inizi di questo secolo.

Ad oggi, è il vino molisano di punta, mostrando quel carattere forte che contraddistingue proprio la nostra regione. Gode di un gran valore storico ed è un vero vanto per ogni azienda vinicola regionale.

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Guida alla Tintilia: Caratteristiche di questo vino

È l’eccellenza molisana, la Tintilia del Molise Doc. Proprio per questo gran legame con il terroir è auspicabile che presto si potrebbe parlare di sotto zone per sancire la capacità ad esprimersi in modo diverso; da parte di questo vitigno, a seconda delle zone di produzione.

Questo potrebbe portare ad una maggior valorizzazione territoriale, mettendo in risalto, la dedizione e la passione, che tutti i viticultori molisani mettono all’interno delle loro bottiglie.

 

Parliamo adesso delle caratteristiche, soffermandoci sul colore, rosso rubino con riflessi violacei soprattutto quando è giovane; al naso sprigiona intensi sentori di frutta rossa che possono andare dalla ciliegia matura ai piccoli frutti rossi, alla prugna, arricchiti da note speziate di pepe, liquirizia, note tostate di cacao e caffè, mentolate di eucalipto.

Sentori che si modificano a seconda dell’altitudine. Al gusto è pieno, persistente e presenta tannini eleganti, e mai aggressivi.

Affina in acciai, proprio per non stravolgere le note speziate caratteristiche del vitigno dovute alla ricchezza di tannini propri dell’uva stessa. Anche se, sono diverse le realtà molisane a proporre la Tintilia affinata in legno, sempre di secondo e terzo passaggio per preservare le note nobili di questo buon vino.

Tutte queste caratteristiche, si affermano sempre più, soprattutto grazie alla ricerca dei tanti bevitori, che vogliono godere di una grande esperienza.

È un vino che proposto anche come riserva e rosato, e sono diverse le aziende molisane concentrate nell’ottimizzare ancor più i lavori su queste uve.

La riserva, solitamente si presenta dal colore rosso granato con riflessi aranciati e con un odore speziato, intenso e caratteristico, sapore secco ed armonico; mentre il rosato di Tintilia ha un colore più o meno intenso ed un odore fruttato e delicato; sapore asciutto e fresco.

 

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Zone di produzione della Tintilia

È ormai il fiore all’occhiello di ogni azienda vitivinicola molisana ed ognuna di esse trae, da questo maestoso vino, caratteristiche importanti che rendono la regione molisana un luogo ove poter degustare il vino buono. In questa guida alla Tintilia troverete tutte le informazioni necessarie.

La Tintilia del Molise è prodotta in quasi tutta la regione, partendo da Montenero di Bisaccia a Baranello. Viene coltivata a partire dai 200/300 metri di altezza sul livello del mare; fino ad arrivare anche a 600/700 metri di altitudine.

Nel Basso Molise è il sentimento verso questo vitigno, che trova diversi viticultori egregiamente innamorati di esso. Cantina Cieri, l’azienda agricola di Cieri Camillo a Termoli, ha ottenuto negli anni 2015/2016/2017 il premio di miglior Tintilia Rosato d’Italia; come anche la Cantina San Zenone a Montenero di Bisaccia è stata premiata diverse volte sulla propria bottiglia di Tintilia.

 

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Guida alla Tintilia: Le Tipologie molisane

Lagena è il nome della Tintilia di Cantine D’Uva a Larino, ove sono diversi gli ettari in cui il vitigno sprigiona il meglio di sé. Soffermandoci sul Basso Molise troviamo come zone di produzione i vitigni di Terre Sacre Vignaiolo sempre a Montenero di Bisaccia; Cantina Catabbo a San Martino in Pensilis; Cantine Cipressi con le sue diverse varietà a San Felice del Molise; Rutilia ad Ururi, ovvero la Tintilia di Cantine Salvatore; ad Acquaviva Collecroce invece troviamo la dedizione, la cultura e l’impegno di Vincenzo Cianfagna; che produce bottiglie di Tintilia di fama nazionale attraverso la sua accurata azienda agricola.

Spostandoci verso l’interno e precisamente nel capoluogo di regione, Campobasso; troviamo due tipologie di Tintilia, Embratur e Embratur Riserva, della Cantina Valtappino; che ne porta alta la bandiera riservando alle sue bottiglie una grande autenticità.

Se volessimo invece immergerci nel mondo più tradizionale molisano, dobbiamo fare un salto a Baranello, dall’amico Livio Palazzo, che a conduzione familiare porta vanti la sua Tintilia tra i freddi inverni, nella sua azienda Principe delle Baccanti.

Tra i colli di Ripalimosani invece è presente l’azienda agricola Vinica, una realtà pura ed unica come il marchio “BIo” sui propri vini; sono diverse le Tintilia prodotte nelle Lame del Sorbo che in maniera del tutto naturale arrivano sulle nostre tavole.

Vi abbiamo citato alcuni paesi di produzione del nostro vitigno autoctono per eccezione, ma è ormai, in tutto il Molise, chiara, la presenza di questo vino unico.

 

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Guida alla Tintilia: Abbinamenti 

Abbiamo parlato dell’autenticità di questo vino, delle caratteristiche uniche che sprigiona; ora però dobbiamo abbinarlo a piatti altrettanto unici; come dire, all’altezza di un buon vino rosso. È un vino da pasti importanti, ricchi e pieni.

Se volessimo abbinarlo a dei primi piatti, subito verrà collegato ai cavatelli al sugo di ventricina, piatto tipico molisano; ma anche ad altri primi importanti a base di carne. È perfetto con dell’ottima carne alla brace, con cottura a piacimento; si lega molto alla cacciagione.

Infatti nel Basso Molise i cacciatori, ancora oggi, dopo aver cacciato, organizzano cene a base di cinghiale; unendo a quest’ultimo del buon vino di Tintilia, ottimo compagno gustoso e fine.

Perfetto da bere anche con carni bianche, come il coniglio ed il pollo; ed abbraccia ancor più i formaggi stagionati dell’Alto Molise, proprio come quelli di Vastogirardi.

Spesso è anche compagno di aperitivi cenati importanti, con dei taglieri di salumi e fette di caciocavallo stagionato. Insomma la Tintilia del Molise è un vino amico, alla portata di tutti, perché in fondo rievoca un po’ il viticultore medio di questa regione tanto semplice, quanto speciale: il Molise.

 

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Ci vediamo al prossimo articolo. Mi raccomando visita il sito www.cantinamolisana.it.

 

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